geometrie inverse

…un giorno ti ho portato in questo silenzio, a guardare attraverso queste finestre chiuse… credevo fosse meraviglia la luce della luna riflessa sulle foglie scure…pensavo ai nuovi colori colmi di attesa mentre i passi si allontanavano verso chissà quali nuovi desideri…aspettavo felice il sorgere del buio perché lo credevo più pulito, più risolutore, più avvolgente per le nostre nascenti paure ed i nostri timidi progetti…immaginavo, con il nero intorno, che sarebbe bastato il nostro stare insieme a far splendere la vita…ma negli angoli notturni potevo anche meglio distinguere lo sporco…forse volevi farmi notare anche questo…forse volevi aprirmi gli occhi all’ingratitudine della notte…perché anche la notte è severa, anche la notte è avara di carezze…non si può vedere la polvere dei dimenticati…ma puoi cadere nelle fosse dei lavori in corso, oppure inciampare nei cumuli di terra dimenticata…puoi udire lo stesso, di notte, voci che ti chiamano con rimprovero, che ti impongono di andare perché lì non è per te…ostile, il buio, con tutto quello che gli manca intorno…