va e torna projet

…solo al pensiero di tutti questi anni andati e ormai perduti. Di tutte le volte che volevo voltarmi, ma già lo facevo quando non c’eri più. Sempre tardi. Solo per il pensiero, di tutto questo tempo passato, a volte non avevo più voglia di camminare, ma soltanto sdraiarmi ad immaginare il dove tu adesso eri.

Così ogni giorno, ogni tanto, per istinto poteva capitare di sognarmi il lettino dove dormivo i miei sogni di bimbo, ma poi al risveglio di ritrovare, anche, quelle sbarre e quei fantasmi che mi impedivano di vivere davvero.

E quando mi mettevo a correre con lo sguardo basso.
E a giocare con i miei amici animali, veri e finti, a coccolarli, a vederli morire, ad ingannarmi per non farti avvicinare, perché pensavo al male che potevo farti. La morte, il dolore. A volte mi sono visto crescere, a volte sono rimasto indietro, e ho dimenticato.

I ricordi sono gli anni che passano.

Cerco di metterli in fila, cerco di ricordare, di ritrovare tra le vecchie fotografie di famiglia il mio essere stato piccolo. Tra quelle sfocate pellicole ho visto tanti sogni farsi grandi, ho visto tante porte chiudersi.

…ma questa è solo una parte della mia storia. E non mi piace molto. La mia storia, quella che conosco meglio, quella di cui so ben poco. Ho camminato al buio alla ricerca di me, ed ho illuminato i miei passi e le mie ansie con luci colorate dal pensiero.

Solo il pensiero. Che andava e tornava. E io che mi dondolavo, tra il mondo grande e il mio mondo piccolo, fatto di fantasie calpestabili, di braccia distese, di respiri profondi e sogni improbabili…e tu, dove vorresti pensarmi adesso? Vorresti ancora guardarmi qui appeso al muro, oppure il punto esatto in cui mi immagini è lì? O proprio qui davanti a questo tavolo in equilibrio instabile?…ti da’ fastidio se non mi trovi dove vorresti?…

…solo al pensiero, di come poteva essere diverso se ci fosse stato un sorriso in più, anche se non mi apparteneva. Solo al pensiero, di quella vita accarezzata e di quella bellezza mai svanita. A quegli occhi tenuti stretti per non far entrare troppa luce, che voleva dire: come se ci fosse troppa vita. Solo al pensiero di uno sguardo in più, che non sarebbe stato niente di che.

(continua)